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Commenti Spettacoli

edizione ventinovesima edizione festival 2023

... esperienza bellissima

Grazie per lo spettacolo di ieri e complimenti!!! E' stata un'esperienza bellissima che ci ha dato tanto e scaldato il cuore: quanta poesia nei gesti e negli sguardi. Abbiamo portato con noi anche degli amici stranieri che non parlano italiano, e sono stati contentissimi. Ci siamo portati tutti a casa un po’ di magia. Grazie ancora!

Beatrice Bermond

...devo dire che sono stato colpito

Si è appena conclusa la XXIXª edizione del Festival Internazionale del Teatro di Figura Contemporaneo organizzato dall’Associazione Culturale La Terra Galleggiante di Pinerolo. Ho potuto partecipare a qualche spettacolo, solo tre purtroppo, al Teatro del Lavoro e devo dire che sono stato colpito, ancora una volta, dalla originalità e dalla forza comunicativa degli spettacoli proposti. Quella della Terra Galleggiante è una risorsa culturale preziosa per Pinerolo e per il pinerolese. Grazie!

Beppe Bombonato

...artista belga, appare nella penombra 

Benedicte Davin (cfr foto) 'Que qu'ils disant' artista belga, appare nella penombra del teatro del lavoro vestita di nero, una lunga giacca su pantaloni e scarpe con suola bianca. Magra alta ossuta, mimica facciale spiritata, glabra, lucida, occhi cerchiati di scuro forti penetranti espressivi. Sale plastica e leggiadra sul palcoscenico, tra due cubi scatole contenenti maschere pallide. Una la solleva facendone uscire lenta la finissima sabbia dagli occhi e dal naso in un pulviscolo di polvere rarefatto tra le luci soffuse...

Lei assomiglia a un etereo David Bowie con assonanze allo sguardo ieratico di Peter O' Toole quando interpreta Lawrence d'Arabia. Il suo monologo è composto di parole e frasi smozzicate, incomprensibili; acuti gravi alti bassi non ne capiamo il senso, è forse l'incomunicabilità che ci avvolge ? ... ma è Lei il centro dello spettacolo con la sua arte fisica empatica. 

Siamo perplessi, ma soddisfatti la rassegna 'Immagini dall'Interno' proseguirà ancora per pochi giorni.

Aurelio Albero

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...soffia parole nel proprio idioma, culla mater della nostra civiltà

È la notte dei dehors, le vie del centro di Pinerolo interdette al traffico, sono intersecate di tavoli rotondi, rettangolari e quadrati, attovagliamenti rustici ,eleganti, campagnoli, con prezzi 'alla spina' per tutte le tasche con 'treni di ruote' di pizza per adulti donne e bambini festanti. Come alle nozze di una Cana anno 2milapunto20 dove il dio social-pagano del cybus, moltiplicasse bevande e alimenti. È anche l'ultimo spettacolo al Teatro del Lavoro del festival 'Immagini dall'Interno',  con ombre e luci della sinuosa artista greca Anastasia Parava che presenta Hikaru. Figure sfocate proiettate con specchi in 'quanti' di spazio, immagini che attraversano deformandosi l'acqua di una bottiglietta e rifrangono figure danzanti  impalpabili ed evocatrici.

Lei sussurra, parla, soffia parole nel proprio idioma, culla mater della nostra civiltà; ma potrebbe essere aramaico, armeno o iddish e lo stupore magico ammirato resterebbe inalterato per il tema del bene e del male, in eterno equilibrio nell'animo dell'uomo.. alla mia 'sposa' Daniela è molto piaciuto, come sempre per me Lei è portatrice geniale di sensibilità altre, femminili, variegate, profonde, insondabili, imprevedibili che mi sorprendono sempre. Qualcuno si è lievemente assopito, un altro più 'pesantemente' come qualcuno dei commensali che nelle strade affollate della movida al chiaror delle stelle, festeggiano la prima nottata di un ventilato luglio di estate.

Aurelio Albero

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