In collaborazione e con il sostegno de:
- Ministero della Cultura Fondo Unico Spettacolo, - Regione Piemonte Legge regionale 11/2018,Art.31, - Comune di Pinerolo Bando Cultura 2025,, Fondazione - CRT bando Not&Sipari
l’Associazione Culturale La Terra Galleggiante ETS è lieta di annunciare che dal 20 al 29 giugno 2025 avrà luogo, sotto la sua direzione artistico organizzativa, una delle manifestazioni culturali storiche di Pinerolo, quel festival di immagini e visioni che da trent’anni riempie le cornici materiali della cittadina, delle vie, delle piazze e si inoltra in quelle immateriali delle ipotesi di teatri dell’avanguardia, della ricerca e della scoperta.
Marionette, burattini, ombre, figure e corpi
in questo teatro di figura l’ibridazione è non solo consentita, ma tema di drammaturgia, di senso, del perché dell’onirica offerta artistica che caparbiamente artisti coraggiosi, scevri di meccanismi regolati sull’ovvietà, ci offrono strade nuove, ardue, pericolose, che sono scommesse (che si possono perdere).
E siamo arrivati quindi alla XXXI edizione… tra pochi giorniarriva “l’innominato”, quel teatro di figura (o quasi) protettore dei creativi della materia (e non solo), persone senza paura (o quasi),ospiti del castelletto della buona visionarietà (alcune volte),circondato da rivoli di ibridazione e irrealtà…ibridazione e irrealtà? (beh, o quasi); ah, dove andremo a finire(o come…).
Arrivederci a Pinerolo (Torino o quasi)


FUTURO INNOVAZIONE IBRIDAZIONE
Il senso di contemporaneità nel teatro di figura e sull’idea di un’esplorazione in territori sconosciuti
Cosa significa contemporaneità nel teatro di figura? Credo significhi percorrere sentieri in territori sconosciuti, dove nulla è scontato e appunto, non sono conosciuti. Non sapere è il primo stimolo del sapere.
Le radici ci nutrono, certo, ma non bastano. Non possiamo restare legati solo alla tradizione.
Il cambiamento avviene quando ci si espone, quando ci si perde per poi trovare nuove direzioni. Bisogna entrare in questo territorio con lo spirito aperto, sapendo che lì non troveremo appigli solidi, ma isole fluttuanti, terre galleggianti, galleggianti fin quando non si sa…
Come tutta la contemporaneità, anche il teatro di figura oggi è un attraversamento fragile, fluido, un equilibrio instabile tra vita e forma, tra artista e contesto visibile e invisibile. Essere contemporanei, dunque, vuol dire essere lucidi e vivi, come persone prima che come artisti.
Vuol dire esprimere qualcosa di universale, ma con una sintassi nuova, ibrida, fatta di frammenti, di contaminazioni, di linguaggi che si cercano, si rincorrono e magari si smarriscono l’un l’altro.
È una fotografia che si sovrappone a un corpo, una scultura che si muove, una marionetta che ci guarda.
Per cambiare davvero le cose, bisogna anche guardarle da fuori. Osservare il Pulcinella, la tecnica, il burattino, non da dentro il meccanismo, ma da una certa distanza, con uno sguardo sfocato, vago, che permette di cogliere il potenziale nascosto, l'errore fertile, la deviazione creativa.
La vaghezza, in questo senso, è un principio generativo: non sapere esattamente dove si va, ma provarci lo stesso: come in natura: si tenta, si fallisce, si evolve.
Istinto, intuizione, inconscio, automatismo, fattori della creazione ... infernali.
il caso .. creare consapevolmente le possibilità del casuale.
Ho notato che, quando inizio a pensare a una nuova creazione, mi capitano tra le mani cose diverse, elementi apparentemente casuali provenienti da ambiti differenti, inutili, privi di connessione logica, senza alcun legame ragionevole, non si sa che cosa fame.
Eppure percepisco, ed è una percezione debole, appena udibile, ma incessante, persistente, ostinatamente pulsante, come segnali che provengono ‘da qualche parte’ sento che hanno una causa comune, ho la sensazione indefinita che sono guidati da una mano, da una forza ignota, che hanno un'origine…
Così è stato sempre. Anche ora. Forse riposano in noi certe configurazioni mentali, una sorta di predisposizione, come dei buchi o delle cavità, pronte ad essere riempite, oppure dei bioapparati sensibili che captano queste e non altre idee, immagini…
TADEUSZ KANTOR


La relazione attore-materia nel teatro di figura
Il teatro di figura si definisce a partire dalla relazione tra chi agisce, l’attore, e la materia inanimata: marionetta, burattino, oggetto. In questo rapporto entrano in gioco prerogative diverse, che permettono di definire la figura del marionettista.
Sebbene anche il marionettista agisca in scena, come un attore, ciò che lo distingue è la sua relazione con la materia. Quando un attore prende in mano una marionetta – o qualsiasi oggetto che deve “prendere vita” – spesso nel teatro contemporaneo si crea un rapporto paritario: attore e oggetto condividono la scena in un dialogo equilibrato. Ma nel teatro di figura più radicale, classico o contemporaneo che sia, il marionettista si differenzia perché scompare: si annulla per far emergere la vita della materia.
Nel gesto del marionettista, che può anche essere visibile in scena, si compie uno scambio: l’essere umano dona vita alla materia morta, e in cambio si fa egli stesso “materia morta”. È un passaggio poetico ma concreto, che si manifesta nella pratica. Questo è ciò che distingue profondamente un attore che maneggia una marionetta da un vero marionettista: non si limita a usarla, ma accetta una parte di morte per dare vita all’oggetto.
In quel momento, la figura dell’attore si trasforma: non è più solo + attore + materia, ma qualcosa di diverso: - attore – materia + magia. Questo tipo di transizione richiede l’assunzione di una postura specifica, un linguaggio, una grammatica della relazione intima con la materia.
Damiano Privitera

direzione artistica
Damiano Privitera

organizzazione
Anna Giampiccoli

amministrazione
Georgina De Castro Kustner

iIllustrazione manifesto
Dolores Privitera
contatti e prenotazioni
biglietto intero 10 € - ridotto 8
spettacoli con asterisco sono a ingresso libero
mail prenotazioni: prenotazioni@teatrodellavoro.it
mail per informazioni damiano@teatrodellavoro.it cell. +39 330425716



